Siamo continuamente alla ricerca di vini di qualità, siano essi prodotti da aziende vitivinicole dai grandi nomi e conosciute dalla maggior parte degli appassionati di vino o dalle piccole realtà locali.
Abbiamo come obiettivo quello di accrescere sempre più la nostra lista delle cantine per offrirvi una grande scelta di etichette che possano soddisfare i vostri gusti.
Poniamo un’attenzione particolare verso i vini biologici e biodinamici, poiché crediamo fermamente nella genuinità della materia prima, e ricerchiamo prodotti che siano vinificati con metodi naturali ed ancestrali, come i nostri avi erano soliti fare sfruttando le proprietà delle anfore.
Al Fèu
Al Fèu 1915 è un’azienda vitivinicola con 7 ettari di vigneti che produce vini naturali nel cuore delle Terre Siciliane ricche di storia e di fascino, tra Marsala e Trapani. Produce vini che narrano la passione per l’agricoltura lenta, l’unicità e la bellezza del territorio in le viti crescono. I vini cercano sempre di esaltare quel legame unico che si instaura tra vitigno e luogo nel rispetto della natura, riprendendo la cultura e la tradizione del fare il vino solo con l’uva.
Annesanti
La cantina Annesanti, tutta a conduzione familiare, è composta da una ventina di ettari di terreno, nel comune di Arrone, a pochissimi chilometri dalla Cascata delle Marmore, nel cuore della Valnerina.
Come quasi tutte le proprietà contadine di una volta, che puntavano all’autosostentamento, incorpora dei terreni coltivati ad olivo, seminativi per la produzione di cereali e legumi e terreni vitati.
L'obiettivo di questa cantina non consiste semplicemente nel produrre vino e venderlo,ma nel realizzare attraverso il vino stesso una rete che promuova e valorizzi l’arte, la storia, le tradizioni e il senso di appartenenza ad un territorio unico come la Valnerina.
Antica Fratta
Della cantina Antica Fratta, costruita nel rione fratta di Monticelli Brusati, si parlava già con ammirazione a metà ottocento.
Nella seconda metà dell’ottocento il cav. Luigi Rossetti, ricco commerciante della zona, trasformò un casale risalente presumibilmente al XVI secolo nella sua elegante dimora, nonché nella sede dei suoi commerci di vino, in funzione dei quali costruì le bellissime cantine ricavate scavando nella roccia viva della collina degradante alle spalle della Villa, che nel 1979 viene rinnovata riportandola all'antico splendore.
Antonutti
Quasi cento anni di storia e quattro generazioni di cura per la Casa Vinicola Antonutti, nata nel 1921, ed oggi guidata con passione da Adriana e Lino, Caterina, Nicola e Riccardo. Una cinquantina di ettari per una realtà nel cuore delle Grave del Friuli.
Una zona, quella del Friuli Grave che copre più della metà dell’estensione viticola del Friuli Venezia Giulia, in cui i fiumi Meduna, Cellina e Tagliamento, hanno depositato enormi quantità di materiale calcareo-dolomitico trascinandolo a valle. Una zona riparata dai venti provenienti dal nord che beneficia però dell’effetto del mare a pochi kilometri. Le uve nascono in Barbeano, territorio dai terreni sassosi in cui è esaltata l’escursione termica: ciò permette di beneficiare di una vendemmia protratta e di una raccolta di uve con una spiccata dotazione di aromi e profumi.
Argiolas
Quella della cantina Argiolas è una storia che comincia agli inizi del '900, a Serdiana, terra di agricoltori, di oliveti e vigne.
Qui, nel 1906, nasce Antonio, il patriarca. È lui che inizia a impiantare filari, a unire vigna a vigna, a produrre cercando la qualità, con rigore. I suoi due figli, Franco e Giuseppe ereditano da lui questa passione e a loro volta la condividono e la trasmettono, prima alle mogli Pina e Marianna, e quindi ai figli.
Oggi nella cantina lavora già la terza generazione degli Argiolas: quella dei nipoti di Antonio. In fondo è semplice: vendemmia dopo vendemmia, dai genitori ai figli, la tradizione si tramanda.
Sono ben cinque le tenute possedute dall'azienda Argiolas: Serdiana, Sisini, Sa Tanca, Bingias Beccias e Porto Pino.
La tenuta di Serdiana si estende per circa 20 ettari nelle campagne di Sibiola, territorio del Comune di Serdiana e 45 ettari nelle zone del Parteolla, in posizione collinare con una altitudine compresa tra i 300 ed i 350 metri sul livello del mare.
La tenuta di Sisini si estende per circa 60 ettari nelle colline del Comune di Siurgus. Presenta terreni derivanti da marne arenarie e calcari marnosi del miocene con relativi depositi colluviali, ad una altitudine compresa tra i 250 ed i 300 metri sul livello del mare.
La tenuta Sa Tanca si estende per circa 80 ettari sui rilievi originatisi dai calcari grossolani del Miocene compresi nei territoridi Selegas e Guamaggiore. Presenta terre brune e regolari e buona permeabilità associate a terre bianche con grande presenza di calcare.S ituata ad una altitudine compresa tra i 200 ed i 350 metri sul livello del mare, gode di un microclima privilegiato con piogge intense e distribuite lungo l'arco dell'anno, ma sopratutto con degli sbalzi termici ottimali per lo sviluppo e il mantenimento delle sostanze coloranti ed aromatiche. Ospita, oltre alle varietà tradizionali -Cannonau, Monica, Bovale Sardo, Carignano, Vermentino, Malvasia Bianca- anche il più vasto campo sperimentale aziendale.
La tenuta di Vigne Vecchie si estende per circa 60 ettari sulle colline antistanti il Comune di Selegas. Posizionata su un rilievo calcareo e marnoso del Miocene, presenta sia terreni bruni e profondi che terreni con forte presenza di calcare.
Ed infine, la tenuta di Porto Pino si estende per circa 15 ettari lungo la fascia litorale che si affaccia sul golfo di Palmas, dai 200 ai 700 metri dal mare. Gode di un microclima particolarmente felice grazie all'azione mitigante dei venti e dei grandi sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte, che permettono un ideale sviluppo delle sostanze fenoliche e contribuiscono a farne il luogo ideale per la coltivazione del Carignano.
Arnaldo Caprai
Nel 1971 Arnaldo Caprai imprenditore tessile di successo, acquista quarantacinque ettari a Montefalco per realizzare il sogno di condurre un'azienda agricola per la produzione di vino. Progressivamente, maturata la convinzione di valorizzare le enormi potenzialità del vitigno autoctono Sagrantino, vengono annessi alla tenuta i migliori terreni adiacenti.
Dal 1988 la conduzione aziendale passa nelle mani di Marco Caprai, il figlio di Arnaldo, che con grande passione dà l'impulso decisivo per l'affermazione dei vini della tenuta. Dal '91 l'Azienda è sottoposta ad un enorme sforzo: acquisizione di nuove vigne, sperimentazione, ammodernamento tecnologico. I risultati si vedono già nel breve termine: si individuano i cloni e le forme di allevamento migliori, le fermentazioni più adatte, i legni per un processo di affinamento ottimale. La selezione '93 del Sagrantino di Montefalco (che celebra il venticinquennale dell'azienda) inserisce Marco di prepotenza tra i grandi produttori di vino italiano. Nelle ultime cinque edizioni la Guida ai Vini d'Italia edita da Gambero Rosso e Slow Food ha conferito al Sagrantino 25 Anni il prestigioso premio Tre Bicchieri. A questo si aggiungono altri prestigiosi riconoscimenti, tra i quali le super tre stelle della Guida Veronelli e l'Oscar del Vino come Miglior Produttore conferito dall'Associazione Italiana Sommeliers.
Barone di Serramarrocco
L'azienda agricola Serramarrocco è oggi composta da una superficie di circa 60 ettari, di cui 22 riconvertiti in vigneto sulla base di un'indagine preliminare di microzonazione, che ha consentito di identificare, al meglio, il rapporto tra territorio e caratterizzazione dei vini.
Nel 1624 Don Giovanni Antonio Marrocco y Orioles, Signore di Serramarrocco e Capitano di Giustizia di Salemi, si distinse nell’intento di salvare la popolazione dalla peste che devastò la Sicilia a quel tempo.
Per il coraggio e l'abnegazione dimostrata, Sua Maestà il Re Filippo IV di Spagna e di Sicilia elevò la signoria di Serramarrocco in Baronìa “con mero e misto imperio”, concedendo lo stesso privilegio su un “feudo reale” già noto allora per l’estensione dei vigneti e la qualità delle loro uve, destinate secondo la tradizione, alla produzione dei vini per la Real Corte di Sicilia.
Da quelle stesse terre, nascono i vini di Serramarrocco, dove dal 2001 Marco di Serramarrocco, dopo una carriera come Lloyd’s broker a Londra, è tornato ed ha iniziato il progetto di riordino fondiario del fulcro dell’ex feudo.
In virtù della tradizione vitivinicola, della proprietà, la Regione Sicilia ha voluto tutelare i vigneti sotto la denominazione “Vigna di Serramarrocco” come la prima vigna a Denominazione di Origine Protetta Erice e della provincia di Trapani.
Beccaris
La filosofia della Distilleria Beccaris è semplice: impiegare le cose giuste per fare la grappa buona e le cose giuste sono fornite da madre natura: le vinacce di Moscato, Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, solo per limitarsi ad alcuni esempi, sono eccellenti materie prime. Quindi entra in ballo la perizia e l’esperienza. Qualità che, unite alla sensibilità umana, costituiscono il segreto vincente di uomini di diverse generazioni ma uniti dalla stessa passione.
L’attività iniziata nel 1951 con due alambicchi bagnomaria, venne già negli anni sessanta migliorata con l’introduzione di un alambicco “continuo”: ritrovato della tecnologia più moderna che non andava però a discapito della qualità del prodotto. Di recente è stato introdotto, accanto alla storica Distilleria, un nuovo impianto dotato di un alambicco discontinuo per la distillazione di vinacce selezionate. Per rendersi conto, a colpo d’occhio, dell’importanza della produzione attuale della Distilleria Beccaris è sufficiente recarsi nel nuovo elegante punto vendita che si trova adiacente lo stabilimento.
Qui la meravigliosa parata di bottiglie dai contenuti dorati, e ancora nelle cantine, le botti in ciliegio e in rovere di Slavonia per l’invecchiamento, rappresentano il miglior biglietto da visita ed il miglior invito alla degustazione dei preziosi distillati. Oggi nel nuovo punto vendita annesso alla distilleria oltre a Carlo Beccaris vi accoglieranno anche i due figli Marco e Paolo e avrete l’impressione di essere in famiglia, respirando cortesia, serietà e tradizione: l’immagine più bella di questa terra piemontese.
Bepi Tosolini
La storia della Distilleria Bepi Tosolini ha inizio nel 1943, quando il friulano Bepi Tosolini, nato nel 1918, appassionato conoscitore della propria terra e dei suoi costumi, acceso sostenitore della propria regione e dei suoi prodotti, decide di creare una grappa diversa, trasformando un distillato semplice, umile e molto spesso rustico e ruvido in un prodotto destinato a un pubblico raffinato ed esigente.
Bepi fa costruire degli alambicchi a vapore con azionamento manuale, che ancora oggi vengono utilizzati in azienda e sono il vero segreto di un prodotto superlativo.
La tradizione è poi continuata prima con il figlio primogenito Giovanni, ed oggi con i nipoti Giuseppe, Bruno e Lisa, che lavorano insieme nell'azienda creata dal patriarca seguendone le orme e facendo crescere sempre di più il sogno di una grande famiglia. Da tre generazioni, dunque, ritmi e regole di produzione, affinamento e invecchiamento sono rimasti uguali, assecondando l’evoluzione dei prodotti e le nuove proposte dell’azienda.
Bertani
La casa vinicola Bertani nasce nel 1857 ad opera dei fratelli Giovan Battista e Gaetano Bertani, a Quinto di Valpantena, a nord di Verona.
Alta professionalità e qualità, intraprendenza commerciale e spirito innovativo, furono i tratti che distinsero fin da subito i due fratelli nel panorama veronese. Bertani fu tra le prime aziende in Italia a comprendere il valore del vino in bottiglia; grandi investimenti furono fatti fin da subito nelle vigne ed in cantina, per imbottigliare ed esportare la qualità italiana nel mondo con i vini Bertani, che già prima della fine dell’Ottocento attraversavano l’oceano Atlantico per essere apprezzati in molte città degli Stati Uniti.
La qualità dei vini Bertani seppe imporsi fin da allora per la sua ricercatezza, tanto da vedere il Soave presente nel menu per l’incoronazione di Giorgio VI d’Inghilterra nel 1937.
A metà del Novecento, con l’acquisizione di Tenuta Novare, in Valpolicella Classica, Bertani concretizza la ricerca lunga mezzo secolo, per produrre il "Vino", quello che nasce per durare per sempre. E’ qui, infatti, che inizia la storia dell’Amarone, vino simbolo del territorio da cui nasce, la cui prima annata risale al 1958.
Con più di 200 ettari di vigneto nelle aree più vocate del Veronese, oggi la Bertani è un’azienda solida con un costante aumento di distribuzione in Europa e nel mondo. Due le cantine storiche, quella di Grezzana, attuale sede e cuore pulsante dell’azienda dove si svolgono le attività di vinificazione, imbottigliamento e di spedizione, e Tenuta Novare ad Arbizzano di Negrar, nel cuore della Valpolicella Classica, culla di grandi rossi come l’Amarone e il Valpolicella Classico Superiore.
Bortolotti
Nel 1947 Umberto Bortolotti realizzava le sue aspirazioni, dando vita alle Cantine in Valdobbiadene nello spirito pioneristico e nel fervore tipici del dopo guerra.
Serietà, operosità e rispetto verranno successivamente ereditati anche dal figlio Bruno e da suo nipote Daniele alla direzione delle Cantine, oggi una delle realtà vinicole storiche del comprensorio Valdobbiadenese.
L'azienda Cantine Umberto Bortolotti, riferendosi alla tradizione vinicola locale, cui affianca una tecnica spumantistica progredita, ed operando soprattutto una scelta qualitativa con tutti i propri conferitori operanti lungo le colline di Conegliano e Valdobbiadene, da oltre settant’anni presenta i propri vini spumanti di qualità.
Boscarelli
La storia della cantina Boscarelli è quella di una piccola e virtuosa azienda di famiglia, nata nel 1962 per volere del fondatore Egidio Corradi. Il suo volere, splendidamente realizzato, era quello di produrre un vino nobile in grado di esaltare gli aromi ed i sapori della sua terra d’origine, le campagne intorno a Montepulciano in un angolo di Toscana chiamato Cervognano di Montepulciano.
La visione del fondatore fu poi portata avanti dalla figlia Paola Corradi e dal marito Ippolito De Ferrari, che negli anni ’60 divennero diedero lustro ai Poderi Boscarelli.
Ormai alla terza generazione, la passione per la produzione di uve selezionate e vini nobili è rimasta intatta. Attualmente, con graduali reimpianti, i 14 ettari di vigneti hanno raggiunto una densità media di circa 6000/7000 piante per ettaro ed una resa per ceppo di circa 1,2 kg di uva.
La principale coltivazione è basata sul Sangiovese, in minor quantità si ha il Canaiolo Colorino e Mammolo ed piccole quantità di Merlot e Cabernet.
Cantina Bacco
Cantina Bacco è un’azienda vinicola del Lazio nata nel 1973 dall’unione dei migliori produttori del territorio. Tradizione, qualità e cura maniacale in ogni bottiglia di vino sono la missione aziendale della cantina, ancora gestita dalle famiglie storiche arrivate alla terza generazione.
Cantina Tollo
La Cantina Tollo nasce nel 1960, quando le campagne abruzzesi si spopolavano e molti italiani lasciavano il Paese alla ricerca di un futuro migliore. Alcuni abbruzzesi, viticoltori da generazioni, scelsero invece di restare nei vigneti, dando vita alla Cantina Tollo.
Protagonista negli anni Sessanta e Settanta del clima di fermento vitivinicolo che animava il territorio abruzzese, la Cantina ha svolto un ruolo attivo nel settore, contribuendo a determinare un cambiamento radicale nella geografia viticola regionale. Andava via via crescendo la superficie vitata nella provincia di Chieti e in particolare a Tollo, divenuta una vera e propria “Città del Vino”.
Di grande rilievo anche il contributo della Cantina al processo di regolamentazione della produzione, alle iniziative di tutela dei vini tipici regionali e ai programmi di miglioramento qualitativo delle uve e delle tecniche di vinificazione. Oggi Cantina Tollo è tra le più importanti e consolidate realtà del settore vitivinicolo italiano. Presente in tutti i paesi dell’Unione Europea, nel Nord America e nel Far East, esporta il 35% della sua produzione, con particolare attenzione ai mercati emergenti di Russia, India e Cina.
Gli impianti di invecchiamento, situati a Tollo, consistono in barrique e grandi botti di rovere di Slavonia, a cui si aggiungono le vasche di cemento vetrificato, ritenute oggi la migliori per l’affinamento.
Cantine San Marzano
San Marzano è un piccolo paese nel centro della doc Primitivo di Manduria, una striscia di terra baciata dai due mari nel Salento, lo Ionio e l’Adriatico. Nel 1962 la doc non è ancora nata, il Primitivo di Manduria è ben lontano dall’essere quel vino di culto, quale è diventato per gli amatori di vino. Eppure 19 vignaioli si uniscono per seguire un sogno e fondano Cantine San Marzano.
Nel 1982, viene nominato Presidente del C.d.A., Francesco Cavallo, personalità vulcanica e visionaria, che continua a sognare il futuro e sorvegliare il presente della cantina. Ininterrottamente sino ai nostri giorni è il vero timoniere della nostra realtà.
Nel 1996, le prime bottiglie escono finalmente dalla cantina, grazie ad un moderno impianto di imbottigliamento acquistato con l’impegno dei soci. Tale acquisto segna il passaggio dalla commodity al brand, dall’economia dello sfuso al rapporto diretto con il consumatore finale.
Oggi, Cantine San Marzano produce un vino che racconta lo spirito della viticoltura locale, il risultato più espressivo di questo amore antico di millenni tra il nostro popolo e l’uva di Primitivo in questa terra, che è diventato un nuovo "classico", il capostipite e l’esempio internazionalmente più amato e imitato, di un nuovo modo di fare vino.
Casa Divina Provvidenza
Nata nel 1890 l'Azienda Agricola "Casa Divina Provvidenza" ceduta dallo stato del Vaticano alla famiglia Cosmi, è tornata agli antichi splendori puntando sulla tradizione, sulla storia di un territorio come Nettuno e sulla riscoperta dei vitigni autoctoni, patrimonio unico nel Lazio da più di 2 secoli. I Cosmi sono viticultori da 3 generazioni, votati alla valorizzazione di un meraviglioso frutto della terra: l'uva.
La struttura del terreno di Nettuno e soprattutto la parte della costa vicino al mare è costituita prevalentemente da una pietra durissima, il Macco. Grandiose sono le grotte formate da questa pietra presenti sulla costa e sotto tutta la città di Nettuno, utilizzate come rifugio durante la guerra, e successivamente, tornando alla storia più antica, come bottaie per la conservazione del vino. Gli ulivi e i pini fanno da cornice al vigneto e cingono il casale, a testimonianza dell'amore e del rispetto per il paesaggio e della grande storia a cui la Cantina appartiene.
L'azienda ha scelto di dare il massimo per la propria tradizione producendo vini di qualità, con tecnologie moderne, scegliendo i macchinari migliori e specializzandosi, coniugando così valori antichi e modernità, costituendo un'impresa che crede nel futuro e nel lavoro. Oggi un'ala della costruzione colonica è dimora occasionale dei proprietari mentre il resto è dedicata alla lavorazione del vino, fino all'imbottigliamento ed al confezionamento del prodotto.
Casale del Giglio
Per Antonio Santarelli Casale del Giglio era la tenuta di famiglia dove da bambino trascorreva i fine settimana e tentava poi le prime corse in motorino.
Ma, quando a venticinque anni inizia a collaborare in azienda con il padre Dino, avverte come quei terreni bonificati dell’Agro Pontino siano un’area vergine su cui poter tentare tutto il Nuovo possibile.
L’assenza di passato enologico diviene così lo stimolo determinante verso il massimo grado di libertà innovativa.
Chiama accanto a sé ampelografi e ricercatori universitari e nel 1985, con il padre Dino, dà vita a un progetto che pone a dimora sui suoi terreni quasi 60 diversi vitigni sperimentali.
Un’avventura complessa e rischiosa, mai tentata con questa scientificità, di cui diviene interprete l’enologo dell’azienda Paolo Tiefenthaler.
Avventura che ripaga però l’audacia con i primi importanti risultati sulle uve rosse Syrah e Petit Verdot e bianche come Sauvignon, Viognier e Petit Manseng, che danno vita a diverse etichette da monovitigno oppure da assemblaggio, sempre dall’interessante rapporto qualità-prezzo.
L’attuale produzione dell’azienda Casale del Giglio offre una gamma di 20 prodotti (bianchi, rosati e rossi, una Vendemmia Tardiva, tre grappe e un olio extra vergine).
Castelli di Gravepesa
Castello di Lispida
Nei vigneti della cantina Castello di Lispida non viene effettuata alcuna lavorazione del terreno, non si fa uso di diserbanti chimici e di concimi. L’erba che cresce nei filari viene falciata e lasciata sul posto, e nell’azienda sono stati distribuiti quasi 100 nidi , dove uccelli, insetti e pipistrelli trovano rifugio, accompagnando la crescita e la maturazione delle uve. Il terreno non viene sottoposto a nessun trattamento, non si utilizzano diserbanti e fertilizzanti chimici. Tutti questi accorgimenti hanno fatto meritare ai vini prodotti da questa cantina la menzione di vini "Triple A".
Castello di Stefanago
Castello di Stefanago è nata tanto tempo fa, lavoro di generazioni. Siamo in Lombardia, sulle colline dell’Oltrepo Pavese tra i 350 e i 500 s.l.m., intorno al castello i terreni comprendono 135 ettari con prati, boschi, frutteti, seminativi e 20 ettari di vigneto. Antonio e Giacomo da circa 20 anni hanno scelto la coltivazione biologica, qui il vino si fà in vigna e grande importanza riveste la cura del vigneto. Il pensiero di fondo è che non c’è “la ricetta che va bene per tutto” in quanto ogni vigneto è un ecosistema a se che va mantenuto in equilibrio. Solo l’attenzione, l’osservazione e la cura permettono di intervenire nel modo e nel momento opportuno. Tutto per avere un terreno vivo e dinamico che meglio risponde a quelle che sono le variazioni ambientali e climatiche e permette un adattamento della vite migliore. Il pensiero che guida ogni vinificazione è di accompagnare il vino ad esprimere semplicemente e naturalmente vitigno e terroir. È l’uva che dà personalità al vino e il carattere del risultato va conservato senza correzioni.
Cincinnato
Adagiata sulle pendici del paese di Cori, nasce nel 1947 la cantina Cincinnato. Oggi rappresenta una delle cooperative vitivinicole di riferimento della regione con ben 130 soci e l’unica ad aver sviluppato un radicale progetto di qualità sui vitigni del territorio, estesi per 550 ettari.
Cincinnato è un marchio in crescita, con una produzione media di circa 900.000 bottiglie, e raccoglie oggi i risultati di un lavoro assiduo e costante nel recupero e nella valorizzazione dei vitigni autoctoni come il Nero Buono ed il Bellone.
Oltre ai vini, Cincinnato è impegnato anche nella produzione di ottimi spumanti ed interessanti olii da cultivar Itrana.
Cirelli
Cirelli è un’azienda agricola biologica certificata, circondata da 22 ettari di terreno. Tutta la sua produzione ruota intorno al rispetto dei cicli naturali, relativamente agli uliveti, ai vigneti, alle coltivazioni ortofrutticole e all’allevamento degli animali. La rotazione delle colture, il riposo dei terreni, la concimazione e il pascolo degli animali in libertà costituiscono alcune tappe fondamentali nel processo di produzione di vino in anfora, olio, ortaggi, frutta e carni dalla qualità eccezionale.
La cantina è lontana soltanto 8 km dal mare. Intorno, colline, vigneti e uliveti disegnano percorsi inediti nel paesaggio abruzzese di Atri.
Colli Vicentini
La cantina Colli Vicentini venne fondata nell’aprile del 1955 da 33 appassionati soci fondatori capitanati da Tullio Pranovi, primo presidente dell’allora Cooperativa e primo socio fondatore. Dagli anni cinquanta in poi la Cantina ha compiuto importanti passi avanti con un impegno costante alla ricerca della qualità, adeguandosi alle nuove tecnologie e alle diverse esigenze dei mercati. La particolare struttura del suolo di queste zone percorse da venti freddi provenienti dal nord ma protette da alte catene montuose, insieme con la felice esposizione al sole, crea il clima ideale per la coltivazione della vite.
Colosi
Salina, piccola isola dell’arcipelago delle eolie è una terra altamente vocata alla coltivazione della vite. In questo angolo di paradiso tra i profumi della macchia mediterranea e le vedute mozzafiato, la famiglia Colosi da oltre 40 anni coltiva vigneti in suggestivi terrazzamenti sul mare e produce vini unici che raccontano di luce, vento, sole, colore.
L'azienda agricola, con i suoi 10 ettari di vigneto compreso tra Capo Faro e Porri, è fra i produttori più rappresentativi dell’isola di Salina. La zona è considerata tra le migliori sia per l’esposizione che per la natura chimico-fisica del terreno di origine vulcanica.
L’impianto dei vigneti è stato realizzato a terrazze ripristinando i vecchi muri a secco e comprende i vitigni tipici della viticoltura isolana mediterranea: Corinto Nero, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese, Inzolia, Catarratto e Malvasia.
La cantina di vinificazione Colosi è letteralmente immersa nei vigneti, parzialmente interrata al fine di rispettare le rigide normative che tutelano il territorio e l’ambiente paesaggistico dell’arcipelago eoliano. Tale ubicazione consente di mantenere una temperatura costante, idonea all’ottimale conservazione dei vini.
Contini
La cantina Contini si è evoluta nel corso di ben quattro generazioni arrivando a produrre vini che l’hanno resa grande. Per quasi 120 anni un unico filo conduttore, rappresentato dalla Vernaccia di Oristano, ha caratterizzato il lavoro dell’azienda Contini. Poi, negli anni, la Vernaccia è stata affiancata da altre importanti produzioni: lo storico vitigno Nieddera, i tradizionali Vermentino e Cannonau, le sperimentazioni ben riuscite come il Karmis, gli Attilio e il biologico Mamaioa. Oggi l’azienda produce una gamma completa di vini con la quale è presente in Italia e all’estero. Non smette di evolversi, sia nelle tecniche di vinificazione che nelle idee. E sarà per questo che i vini Contini resistono al tempo, perché sono vini che si amano e si ricordano per sempre.
Cottanera
L’Etna scorre nella linfa dei vigneti della cantina Cottanera, che sorgono sulla pietra lavica a 700 metri di altitudine. Le viti si intrecciano con il respiro del vulcano diventando espressione di un territorio unico, suggestivo e ricco di fascino. Nei vigneti quasi tutti gli interventi, compresa la vendemmia, sono fatti a mano da una squadra di 25 donne e il lavoro in cantina è guidato dall’amore per il vino che è cura del dettaglio ed espressione profonda del territorio.
Per i vini rossi, si coltivano sia vitigni della tradizione dell’Etna, come Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, sia vitigni internazionali come Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Mondeuse. I vini bianchi, invece, sono espressione pura del vulcano: freschi, minerali con sentori floreali e di agrumi freschi. Anche in questo caso, si coltivano i vitigni autoctoni dell’Etna DOC Carricante e Catarratto, l’Inzolia e l’internazionale Viogner.
Donnafugata
La cantina Donnafugata rappresenta una vera e propria icona dell’intera Sicilia. La cantina nasce negli anni '80, quando Giacomo Rallo dà il via a quello che rappresenta il rinascimento non solo della provincia di Trapani e del marsalese, ma probabilmente di tutto il Sud Italia, insieme alla moglie Gabriella, autrice ed ispiratrice delle rivoluzionarie etichette. Le loro orme sono state seguite successivamente dai figli Josè e Antonio Rallo. Il nome "Donnafugata" è ispirato dal romanzo di Tomasi di Lampedusa , Il Gattopardo, e significa "donna in fuga", in riferimento alla storia di una regina che trovò rifugio in quella parte della Sicilia dove attualmente si trovano i vigneti aziendali. Il logo della cantina allude a questa vicenda con l'immagine del volto di una donna e i suoi capelli al vento che campeggia su ogni bottiglia. Oggi Donnafugata conta 68 ettari di vigneto suddivisi in cinque tenute con annesse cantine: dalle mitiche vigne in Pantelleria, agli antichi poderi di Marsala, per arrivare a Contessa Entellina, nella Sicilia Occidentale, a Vittoria, culla del Cerasuolo e, infine, sull'Etna, il vulcano attivo più grande d'Europa.
Ferrari
Con la sua viticoltura di montagna, il Trentino è una terra straordinariamente vocata per dar vita a bollicine di grande eleganza e complessità: l’alternarsi di giornate calde e notti fresche impreziosisce i grappoli, conferendo loro un arcobaleno di aromi e profumi.
In questo meraviglioso territorio nasce la cantina Ferrari grazie al fondatore Giulio Ferrari e al suo sogno di creare in Trentino un vino capace di confrontarsi con i migliori Champagne francesi.
La famiglia Lunelli guida adesso l’azienda con l’obiettivo di innovare nel solco della tradizione, portando Ferrari nel mondo quale ambasciatore dell’Arte di Vivere Italiana.
Ogni anno le più importanti guide del settore consacrano il Trentodoc della famiglia Lunelli ai vertici della produzione italiana. Wine Spectator, la bibbia internazionale del vino, definisce Ferrari "il più grande, il più antico e il più celebrato produttore di spumante Metodo Classico.
Feudo Principi di Butera
Il Feudo Principi di Butera si trova in provincia di Caltanissetta, nel cuore della Sicilia, riconosciuta ad oggi come una delle Regioni più interessanti d’Italia per le sue potenzialità in ambito vitivinicolo, soprattutto grazie alla produzione di grandi e prestigiosi vini rossi.
La storia del Feudo Principi di Butera è profondamente legata alla nobiltà della storia millenaria della Sicilia, l’antica Trinacria, che per la sua posizione geografica è stata crocevia di tutte le civiltà del Mediterraneo. Il nome Butera pare derivare dal Re Bute, il primo dei re dei Siculi, che con i Sicani e i coloni Greci abitarono anticamente questo eccezionale territorio strategico della Sicilia centro meridionale, al confine di tre civiltà.
L'antico Baglio del Feudo Principi di Butera, completamente restaurato nel rispetto delle sue strutture secolari, è tornato a vivere e agli intensi colori ocra delle sue mura gareggiano con gli incredibili azzurri e verdi della terra di Sicilia che lo circondano.
La Famiglia Zonin, proprietari della cantina, ha assunto così anche il ruolo di “custode” del territorio, convinta di avere una precisa responsabilità per la salvaguardia e la valorizzazione delle peculiarità storiche, architettoniche e paesaggistiche siciliane ed è oggi impegnata ad esaltare questa terra unica, ricca di sole e di profumi, producendo vini di classe mondiale che esprimano tutta l’anima e la forza della Sicilia.
La tenuta comprende 320 ettari di terra di cui oltre 170 vitati con nuovi impianti, in un terroir esclusivo, reso tale da un clima caldo e arido che ottimizza lo sviluppo e la perfetta maturazione delle uve, dalla brezza marina che infonde il suo influsso benefico sui vigneti ed infine dalla luce calda e forte, tipica della zona sud dell’isola.
Foradori
La famiglia Foradori nel 1939 acquisisce un'azienda agricola già in attività dal 1901. Da allora, si susseguono quattro passaggi generazionali che hanno portato al recupero genetico dei ceppi originari del Trentino, alla sperimentazione di nuove varianti e all'adozione di pratiche biologiche e biodinamiche.
Gli attuali ettari vitati posseduti dall'azienda sono 28, il 70% a Teroldego, il 20% a Manzoni Bianco, il 5% a Nosiola e il 5% a Pinot Grigio. In media la cantina Foradori produce 160.000 bottiglie ogni anno.
Gabriele Scaglione
Gabriele Scaglione nasce a Canelli, una piccola cittadina del Piemonte tra Langhe e Monferrato dove è nato il primo spumante d'Italia. Circondato da colline stracolme di vigneti, non poteva fare a meno di "respirare" i profumi delle vendemmie e discutendo con i contadine cercava di capire se anche questa poteva essere una "buona annata". Forse era una strada già segnata, ma la passione e l'amore per le cose belle, la buona cucina e ovviamente il buon vino lo hanno portato ad intraprendere questa attività da spirito indipendente, e di proporre al mercato prodotti di eccellenza.
La selezione è la base di tutto e niente e lasciato al caso. La ricerca dei terreni con una migliore esposizione, l'età dei vigneti, le basse rese, la riduzione dei trattamenti antiparassitari, tutto questo per dare origine a vini sempre più ricchi di sensazioni olfattive e gustative.
Gravner
Josko Gravner è senza dubbio tra i più autorevoli produttori di vino in anfora. Convinto del fatto che cinquemila anni di storia vinicola non possano essere facilmente cancellati dagli ultimi decenni, ha optato per una cantina senza tecnologia moderna e senza effetti speciali. Ha creato uno spazio in cui, cullate dalla sua terra, le anfore provenienti dal Caucaso siano il mezzo con cui vinifica il suo eccellente prodotto.
La filosofia di Gravner è quella di accogliere la natura in tutte le sue manifestazioni e di trarne il meglio, anche quando il vento soffia in direzione contraria: perché nella natura c'è già tutto quello che serve. Il compito dell'uomo è solo quello di guidarla, curarla, anche servirla, quando è il momento. Ma soprattutto di frenare l'urgenza di intervenire, modificare, tagliare, costruire: a volte la natura ha bisogno di tempo, silenzo e inerzia.
L'azienda si compone di 32 ettari, di cui 15 attualmente vitati ed è situata ad Oslavia, una piccola frazione di Gorizia, in Friuli, tra le colline del Collio, a ridosso del confine con la Slovenia, a metà strada tra l'Adriatico e le Alpi Giulie.
H. Lun
Nella lunga tradizione vitivinicola dell’ Alto Adige, i vini della cantina H. LUN hanno sempre ricoperto un ruolo molto speciale. Con grande competenza e lungimiranza, già nel 1840, Alois H. LUN ebbe il coraggio imprenditoriale e la tenacia di produrre vini esclusivi provenienti dalle migliori plaghe, cui diede il proprio nome: fu così che nacque il marchio di qualità H. LUN. Sino ai giorni nostri, nulla è mutato della filosofia aziendale che vede nella continuità e nella qualità il vero tratto distintivo della Cantina.
i Cacciagalli
La cantina "i Cacciagalli" è localizzata nell'Alto Casertano, alle falde del vulcano spento di Roccamonfina, zona che gli antichi Romani chiamavano Campania Felix e che, ancora oggi, è capace di generare prodotti di grandissima qualità. L'azienda è stata fondata da Diana, agronomo che ha deciso di seguire pratiche rispettose e non invasive per la coltivazione della terra, e suo marito Mario, appassionato conoscitore di vino. Insieme hanno intrapreso quello che, prima ancora che un progetto aziendale, è un cammino di vita per condividere la passione comune per il vino e la terra.
Il nome scelto per l'azienda, i Cacciagalli, deriva da quello della masseria Cacciagalli, da generazioni appartenuta alla famiglia di Diana. Le terre, quindi, sono quelle di famiglia da sempre coltivate a vite, nocciolo, castagno ed olivo, l'esperienza è quella antica della tradizione da custodire e far rivivere ma, soprattutto, quella “nuova” della consapevolezza e del rispetto del territorio, dell'ambiente e della salute dell'uomo.
Il terreno di origine vulcanica rappresenta un'eccellenza geologica per la coltivazione della vite: i numerosi sali minerali, in particolare potassici che vi sono contenuti, svolgono, infatti, un benefico effetto sulle viti che si riflette nella qualità dei vini in produzione: eleganti, intensi, ricchi di profumi e sapori. In totale la cantina I Cacciagalli possiede 35 ettari di terreno, di cui 9 a vigna.
Kurtatsch
I vigneti della cantina Kurtatsch, nel comune di Cortaccia, si estendono ad un’altitudine compresa tra 220 e 900 m. La maggior parte di essi si trovano su ripidi pendii, sia nella zona Brenntal, una delle più calde in Sudtirolo, sia nella frazione di Corona a 900 metri di altitudine. Il terreno del territorio comunale è caratterizzato da una straordinaria varietà di strati. Inoltre, grazie alle differenti esposizioni dei terreni, i diversi vitigni trovano le migliori condizioni di coltura. Ogni vino è contraddistinto dal suo terroir, termine che racchiude tutte le caratteristiche climatiche, geologiche e geografiche.
La cantina Kurtatsch è costituita da 190 soci che coltivano 190 ettari di terreni, seguendo attentamente un rigido programma di qualità. Inizialmente, la sede della cantina, dal 1900 al 1923, era la tenuta Freienfeld, eretta nel 1521 al centro del paese. Ben presto però gli spazi risultarono insufficienti e fu costruita l’attuale sede sulla Strada del Vino. Oggi la cantina della tenuta ospita le barrique e l’archivio enologico ed è adibita ad ambiente per degustazioni esclusive.
La Costa di Ome
La Costa di Ome nasce nel 2001 da Elena Marzi e suo marito, Paolo Boni, ma in realtà è figlia della passione del nonno Bigio, che si è sempre preso cura delle sue vigne su “La Costa”. Nome non casuale, infatti in questa parte della Franciacorta i vigneti hanno la caratteristica di essere impiantati sui crinali della vallata che separa Ome da Valzina e creano un panorama mozzafiato fino agli Appennini.
Il terreno è costituito per lo più da rocce calcaree coperte d’argilla e ricco di terrazzamenti, che obbligano a grandi lavorazioni manuali e limitano la produzione. L’agricoltura è biologica certificata e l’utilizzo di prodotti di sintesi è ridotto ai minimi termini. Da qualche tempo Elena e Paolo hanno iniziato ad utilizzare alghe scure per aiutare la pianta a reggere le situazioni di forte stress, come gelate e grandinate, che purtroppo sono sempre più frequenti.
Laherte Frères
La maison Laherte Frères, fondata nel 1889 da Jean Baptiste Laherte, è una piccola azienda familiare nella Champagne nei pressi di Epernay.
Oggi la maison è portata avanti dalla settima generazione sotto la guida di Aurélien che ha seguito le orme di suo padre Thierry e suo zio Christian. Aurélien ha dato una impronta biologica e biodinamica alla produzione.
Il lavoro quotidiano per la produzione di questo straordinario champagne si basa su una filosofia vitivinicola improntata alle tradizioni e ad un profondo rispetto per il patrimonio vivente, per la terra e per ciò che offre.
Tutto ciò da vita ad uno champagne armonioso e piacevolmente fruttato, dal perlage fine ed elegante.
La Vinicola del Titerno
È il 1982 quando Talio e Alfredo Di Leone, seguendo la passione e l’esempio del padre Angelo, fondano La Vinicola del Titerno. La Vite e il Vino del Sannio antico e moderno sono per la famiglia Di Leone la tradizione da curare e rinnovare ogni giorno. Nel 2017 è nata Terre Di Leone: la società agricola ideata da Alessio, Giovanni e Davide, la terza generazione Di Leone, che cura e governa esclusivamente terreni e uve.
La cantina è di 6000 mq distribuiti su tre livelli. La linea di produzione delle uve è di ultima generazione: una capacità oraria di 150 ql di uva, una bottaia di circa 200 hl e botti da 18 e 23 hl e barrique. La lavorazione oraria, automatizzata, è di 6000 bottiglie per una produzione annua di circa 3 milioni di bottiglie. La continuità della fornitura è garantita e le richieste dei clienti soddisfatte per quantità, qualità, prezzo.
Le Rogaie
Le Rogaie (termine toscano che indica “i rovi”, ma richiama anche i fuochi della passione) è un’azienda giovane nata per gestire con cura la natura ed i suoi frutti da cui ottiene vini ed oli che esprimo tutto il terroir della Maremma. L'azienda agricola ha sede ha Magliano in Toscana nel Grossetano.
Leone de Castris
La storia della cantina Leone de Castris inizia nel 1665 quando il settore agricolo era di circa 5000 ettari. Sino ai primi anni ’50 si estendeva ancora su più di 2000 ettari. Ora, sebbene le dimensioni siano sempre ragguardevoli, Leone de Castris rappresenta circa 300 ettari coltivati a vigneto e circa 50 ettari a seminativo, pascolo e uliveto nelle province di Lecce, Brindisi, Bari e Taranto.
Le Masserie Maiana, Donnacoletta, Messere Andrea e parte dei terreni facenti parte delle Contrade Ursi e Rena appartengono alla famiglia da secoli; altri fondi da tempo più recente.
A causa delle divisioni ereditarie e della riforma fondiaria le estensioni terriere, che comprendevano altresì le Masserie Casa Purcara, Ursi, Troili, Caretto etc., si sono ridotte, ma sono in atto iniziative di accorpamento nel Salento e nella zona Doc Gioia del Colle Primitivo.
Letrari
Letrari, una famiglia che ha radici nella storia stessa del vino trentino. Attivi già nel 1647 in quel di Borghetto d'Avio, in riva all'Adige, prima come zatterieri fluviali, poi commercianti e sagaci innovatori agricoli. Con Leonello Letrari, nell'immediato Dopoguerra, i vini delle Dolomiti acquistano carattere e prestigio oltre i confini regionali. Negli anni '60 inizia ad elaborare spumanti di pregio, per poi fondare nel 1976, con la moglie Maria Vittoria, l'attuale azienda di famiglia.
Plasmati dal particolare terroir e dal microclima della Vallagarina, un ambiente caratterizzato dall'Adige e influenzato dall'Ora del Garda, che crea qui uno speciale microclima di tipo mediterraneo, si producono 23 diversi tipi di vino di qualità con forte tipicità varietale.
L'azienda agricola Letrari, con i suoi 23 ettari di vigneto, ha la sua sede nella moderna e funzionale cantina di Rovereto, fedele nell'aspetto all'architettura rurale Trentina e attorniata da un vasto giardino di specie mediterranee.
Librandi
La cantina Librandi da quattro generazioni è una tenace sostenitori della terra della Calabria orientale, della sua ricchezza e di quello che ha rappresentato, rappresenta e soprattutto di quanto rappresenterà in futuro per il mondo del vino.
Sono partiti dalla tradizione, dal Gaglioppo, dal Greco e dalla grande quantità di varietà autoctone presenti sul territorio. Sono partiti dall’alberello e dai portainnesti storicamente usati in zona, oltre che dagli insegnamenti di esperti viticoltori la cui abilità affonda le radici nei secoli di storia viticola del Cirotano.
Si sono poi rivolti ai massimi esperti del settore viticolo ed enologico, poiché un minuzioso lavoro di ricerca fissa, conserva ed esalta il patrimonio viticolo di cui la cantina è artefice.
Dal 1993 ad oggi, Librandi conta ben 6 tenute ed un totale di ettari vitati pari a 232.
Manuelina Azienda Agricola
L'Azienda Agricola Manuelina conta su 22 ettari di vigneti di proprietà, e produce, vinifica e imbottiglia direttamente in azienda, cercando al meglio delle proprie possibilità di fare un prodotto di qualità in grado di soddisfare sempre la clientela. La lavorazione dei vigneti avviene con la massima cura e nel rispetto dell’ambiente: interventi anticrittogamici limitati al minimo, concimazione fatta con prodotti organici solo di mantenimento e non di forzatura della produzione, potature corte e inerbimento naturale.
Marchesi Antinori
La Famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell'Arte Fiorentina dei Vinattieri. In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio.
Le tenute dei Marchesi Antinori sono dislocate in varie aree della Toscana e dell'Umbria. Nella zona del Chianti Classico si trovano la tenuta Tignanello, Badia a Passignano, Pèppoli e San Casciano, coltivati con la varietà tipica di questa zona, il Sangiovese, insieme alle altre che storicamente gli vengono affiancate: il Canaiolo, il Ciliegiolo, il Colorino, la Malvasia nera, il Mammolo. Una piccola parte è dedicata anche a vitigni internazionali, il Cabernet Sauvignon e Franc. Poi, Pian delle Vigne è localizzata nei pressi di Montalcino; la tenuta Guado al Tasso nelle vicinanze di Bolgheri; Castello della Sala ad Orvieto ed il quartiere generale di famiglia, Tenuta Montenisa, a Franciacorta (FI).
Marchesi di Barolo
La cantina Marchesi di Barolo possiede vigneti a Barolo, nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato nicese. La vinificazione e l'affinamento avvengono nelle antiche cantine dei Marchesi di Barolo dove sono accolti gli appassionati che desiderano assaporare la storia, i profumi e le espressioni di questo vino leggendario, il Barolo: il Re dei Vini, il Vino dei Re.
Fra i personaggi legati al nome del Barolo alcuni possono essere definiti storici, veri e propri pionieri. Il primo posto va al commendator Pietro Abbona, vero e proprio patriarca del Barolo che fece conoscere, alfiere indiscusso, il vino della sua terra in tutto il mondo. Le sue botti (e sono in parte le stesse che si possono ancora ammirare nelle cantine in Barolo) erano infatti patrimonio della Marchesa Falletti. Il commendator Abbona ereditò tradizione, amore alle vigne, alla cantina, al vino ed ha portato la sua etichetta dove figuravano i castelli di Barolo e di Serralunga ovunque sulle mense più lontane.
Marchesi Mazzei
Sin dall'XI secolo un connubio indissolubile unisce la famiglia Mazzei alla Toscana e al vino. Ser Lapo Mazzei è l’autore nel 1398 del primo documento conosciuto per l’uso della denominazione “Chianti” e nel 1435, quando sua nipote Madonna Smeralda Mazzei sposa Piero di Agnolo da Fonterutoli, la tenuta diventa patrimonio di famiglia. Da allora, da 24 generazioni, i Mazzei producono vino al Castello di Fonterutoli che, pur con le recenti espansioni, a tutt'oggi rimane il cuore pulsante della compagnia.
La famiglia Mazzei produce vini unici con spirito e passione che si rinnovano di generazione in generazione. A Fonterutoli, come a Belguardo e a Zisola vive la stessa filosofia che punta alla valorizzazione dei vitigni autoctoni quale espressione dell’identità di un territorio, nel rispetto della diversità e della natura, con un’agricoltura sostenibile e accorgimenti attenti al delicato equilibrio idrogeologico per preservare il suolo dall’erosione e massimizzare la riserva di acqua nei terreni.
Mastroberardino
Mastroberardino è una famiglia che ha saputo sviluppare un territorio
fino a ricavarne vini rossi e vini bianchi conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.
La famiglia Mastroberardino vive il contesto socioculturale vitivinicolo da oltre due secoli, in base alle più attendibili ricostruzioni storiche. Le prime tracce della presenza in Irpinia risalgono al catasto borbonico, a metà del Settecento, epoca in cui la famiglia elesse il villaggio di Atripalda a proprio quartier generale, ove sono tuttora situate le antiche cantine, e lì ebbe origine una discendenza che legò indissolubilmente le proprie sorti al culto del vino. Dieci generazioni, da allora, hanno condotto le attività di famiglia, tra alterne vicende, come sempre accade nelle storie delle imprese familiari di più antica origine.
Le tenute sono localizzate in Irpinia, culla di tre DOCG: Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi, distribuite nelle varie aree del territorio con l’obiettivo di preservarne l’identità ed assicurare la salvaguardia prima, la continuità e lo sviluppo poi, della viticultura autoctona.
Michele Biancardi
La cantina Michele Biancardi è situata in una masseria nella campagna pugliese, a poca distanza dal mare. Il paesaggio è quello tipico della Daunia.
Quattro sono i vitigni coltivati da questa cantina: il nero di Troia, il fiano, il primitivo e il minutolo. Tutti vitigni della tradizione in grado di produrre vini sapidi e corposi.
La vendemmia inizia verso la fine di agosto con il primitivo e termina ad ottobre inoltrato con il nero di Troia: tre mesi di attese, speranze, ma il sole, il vento che arriva dal mare non mancano mai.
La tecnologia è ridotta al minimo, e, grazie ai pannelli solari, la masseria produce più ossigeno di quanto ne consumi. Sono usate le botti di legno con moderazione e l’acciaio per raffreddare quando l’estate si fa troppo calda.
Tutto il lavoro necessario, dalla coltivazione all’imbottigliamento, si svolge all’interno dell’azienda agricola, tra gli antichi muri tornati alla loro funzione originaria.
Moët & Chandon
Moët & Chandon è l’emblema del successo e del glamour fin dal 1743, anno in cui La Maison fu fondata da Claude Moët. Questi sono i valori condivisi ed è in nome di questi valori che il nipote del fondatore, Jean-Rémy Moët, ha voluto condividere lo champagne prodotto da questa cantina con il mondo. Un uomo dotato di un forte senso del successo e di grande carisma: è a lui che si deve la fama di champagne più amato al mondo.
La storia di Moët & Chandon ha inizio nel cuore della regione dello champagne, dove si trovano le tenute più estese della area, tra vigneti di un verde lussureggiante, culla dello champagne più amato al mondo. Conta attualmente circa 1150 ettari di ricco terreno calcareo, il 50% è rappresentato da grands crus e il 25% da premiers crus.
Poiché i grappoli che conferiscono al vino il suo inconfondibile aroma, il Pinot Nero, il Pinot Meunier e lo Chardonnay, provengono da vigneti sparsi in tutte le cinque principali aree della Champagne, questa cantina ha il lusso della scelta e il lusso di selezionare il meglio.
Paolo e Noemia d'Amico
Paolo e Noemia d'Amico hanno perseguito la comune passione per la vinificazione e hanno creato un portafoglio pluripremiato di etichette biologiche, coltivate e prodotte al confine tra Umbria e Lazio.
Utilizzando principalmente vitigni francesi, il terreno vulcanico della Valle dei Calanchi aggiunge un tocco di classe a tutti i vini. Una volta prodotti, i vini vengono conservati al suono della musica classica nella cantina creata da Noemia d'Amico e dall'architetto di fama mondiale Luca Brasini. Ricavato da rocce di tufo, la cantina si estende sotto il giardino pensile, attraverso magnifici archi strutturali che creano un incantevole percorso verso la biblioteca, confinante con una stanza dove si svolgono le degustazioni dei vini Paolo e Noemia d'Amico.
Perrier-Jouët
La storia di questa rinomata maison comincia nel 1811, quando Pierre-Nicolas Perrier e Adèle Jouët si unirono in matrimonio, gettando le basi per la nascita della Maison Perrier-Jouët. Guidata fin dall'inizio dai principi della precisione e dell'esigenza, Perrier-Jouët fu pioniera nell'ambito della tracciabilità e nella lotta alla contraffazione, divenendo la prima Maison de Champagne a far figurare l'annata dei millesimati sulle proprie bottiglie. Se la vendemmia, come talvolta è accaduto, non si dimostra all'altezza delle esigenze della Maison, la produzione del millesimato non viene autorizzata: la qualità è sempre la priorità assoluta e non c'è spazio per i compromessi.
Alcuni vini, frutto di annate particolarmente adatte, vengono scelti e lasciati maturare nel silenzio delle cantine. Ciascuno di essi possiede un carattere singolare, ma tutti, senza eccezione, incarnano l'eccellenza dei vigneti Perrier-Jouët. Le cantine, vero e proprio Eden, custodiscono, insieme ad altre cuvée d'eccezione, il più antico millesimato della Maison, un Perrier-Jouët 1825. In maniera del tutto naturale, la ricerca della perfezione conduce da sempre Perrier-Jouët sulle tavole più prestigiose. Nelle corti reali, come quelle di Napoleone III o della regina Vittoria. O in quelle principesche. Champagne preferito della principessa Grace di Monaco, il Perrier-Jouët Belle Epoque, con la sua iconica bottiglia decorata da anemoni, accompagna il Bal de la Rose ormai da molti anni.
Peter Zemmer
Da generazioni la tenuta Peter Zemmer produce vini di elevatissima qualità che rispecchiano appieno il carattere alpino dei terroir dai quali traggono le loro origini. L'obiettivo è quello di lavorare gli acini sani nella maniera più naturale possibile, avvalendosi di tecniche moderne e innovative. La forza espressiva dei vini è legata in maniera indissolubile ai vigneti che ne rappresentano il punto di partenza ideale.
Dopo la vendemmia gli acini vengono conferiti in cantina dove vengono lavorati nel massimo rispetto della natura. La maturazione sui lieviti fini conferisce ai vini equilibrio e struttura. Le Cru speciali raggiungono la maturità in botti di quercia di grandi e piccole dimensioni grazie alle quali si ottengono prodotti più pregiati.
La commistione affascinante di tradizione ed innovazione, di uomo e natura, di sensibilità e sensualità porta a piena espressione la passionalità e la delicatezza grazie alle quali Peter Zemmer dona ai suoi vini vita propria.
Podere Anima Mundi
Podere Anima Mundi è situato a Usigliano, nel cuore delle colline di Lari, un piccolo borgo toscano a pochi kilometri da Pisa.
Produrre vini puri per questa cantina significa produrre vini naturali e territoriali. Per questo hanno scelto di fare vini monovarietali, per cui ogni loro etichetta è un'unica varietà di uva. Questi vini raccontano del territorio in cui nascono, del clima, del suolo e dell’aria – vogliono essere la combinazione perfetta di tutti questi elementi.
Il vino viene fatto seguendo le regole dell’agricoltura biodinamica e i ritmi della natura: le stagioni, il clima e l’equilibrio naturale tra il terreno e le piante. Durante l'intero processo produttivo si rispetta la natura e con la biodinamica si riesce ad esprimere la quintessenza del terroir.
Re Manfredi
La cantina Terre degli Svevi - Re Manfredi, facente parte del Gruppo Italiano Vini S.P.A., inizia la propria attività nel 1998 a pochi chilometri a sud-est da Venosa, nel cuore della zona di produzione dell’Aglianico del Vulture DOC.
La cantina è dedicata a Manfredi di Svevia, figlio illegittimo dell'imperatore Federico II e di Bianca Lancia, che in questa zona ebbe i natali nel 1232.
I 120 ettari di vigneti, coltivati a Guyot e a cordone speronato, sono localizzati alle pendici del monte Vulture, un vulcano non più attivo già da epoche protostoriche, che ha plasmato le caratteristiche fisiche del terreno. L'altitudine media alla quale si trovano la maggiorparte delle vigne è di 420 metri sul livello del mare.
La lava delle antiche eruzioni del Vulture si è mischiata con il suolo ricco di argilla, azoto, calcio e tufo, dandoci oggi un terroir specifico ed unico che dona ai vini una particolare mineralità e sapidità.
Roberto Capecci
La cantina Roberto Capecci fu fondata da Domenico Capecci nel 1975. Il figlio di Domenico, Roberto oggi produce il vino che aveva il sapore di quelli che faceva il nonno.
La lavorazione manuale in vigna e la complessità del lavoro porta ad avere una produzione controllata e mai massiccia di uve. Vini “salubri e vivi” che godono di una lunga vita e che sono prodotti senza l’utilizzo di una serie di additivi usuali nell'enologia moderna. L'azienda Capecci lascia che la natura sia la vera protagonista e preferisce assumersi il compito di “tutore” che controlla che la materia prima, cioè l’uva, sia eccezionale e che le condizioni di fermentazioni e di riposo siano perfette.
Se non ci sono queste condizioni ovviamente non si può produrre. Lavorare in questo modo è una sfida quotidiana, una grande fatica che solo chi ama il proprio mestiere può sopportare.
Ruggeri
La cantina Ruggeri fu fondata nel 1950 da Giustino Bisol ed inizialmente era localizzata in un piccolo spazio nella frazione di Santo Stefano di Valdobbiadene. Nei primi anni novanta, si stabilì in un nuovo, ampio e razionale stabilimento, in grado di accogliere e lavorare quasi 30.000 quintali di uve.
Le uve del Prosecco Superiore DOCG sono tradizionalmente conferite da un centinaio di viticoltori. Quasi tutti possiedono vigneti nel comune di Valdobbiadene e 25 dispongono anche di uve di Cartizze.
In particolare, la cantina Ruggeri possiede un piccolo vigneto di Cartizze e 20 ettari nel vicino Montello, 12 dei quali vitati a Pinot Grigio e Glera, da cui tradizionalmente si ottiene il Prosecco. Circa un ettaro è dedicato alla Recantina, antico vitigno autoctono a bacca rossa recuperato dopo un lungo lavoro con l’Istituto sperimentale per la Viticoltura di Conegliano.
Saladini Pilastri
La storia dei Conti Saladini Pilastri risale all’inizio dell’anno 1000 da una nobile famiglia ascolana con un passato ricco e affascinante, i cui illustri antenati sono stati condottieri e beati.
Le antiche e profonde radici sono patrimonio del presente, eredità e tradizione di secoli di storia: l’attività vitivinicola coincide da sempre con i valori e la cultura della terra a cui appartiene.
L’azienda agricola della famiglia dei Conti Saladini Pilastri nasce circa 3 secoli fa: il terreno ha sempre prodotto uve il cui vino, inizialmente ceduto dai mezzadri ai Conti, veniva invecchiato nelle botti di rovere di proprietà della famiglia.
Dagli anni settanta furono impiantati i nuovi vigneti specializzati e l’attuale cantina fu costruita accanto alla vecchia in modo da accentrare tutta la produzione.
Sartori
La cantina Sartori è situata in Valpolicella, fra le colline punteggiate di viti, olivi e ciliegi che costituiscono da quattro generazioni lo scenario delle vicende della famiglia Sartori di Verona.
La cantina Sartori è situata in Valpolicella, fra le colline punteggiate di viti, olivi e ciliegi che costituiscono da quattro generazioni lo scenario delle vicende della famiglia Sartori di Verona.
L'azienda Sartori nasce dalla verve imprenditoriale di nonno Pietro, personalità eccentrica, ma magmatica dal punto di vista commerciale. Le sue giornate trascorrevano fra mille imprese differenti. Tuttavia, questo turbinio di interessi trovava un perno, stabile, nella conduzione della sua trattoria. Siamo alla fine del 1800 e la trattoria di Pietro Sartori rappresentava un indirizzo irrinunciabile per uomini d’affari e piccoli industriali della zona, ai quali Pietro non faceva mancare un ottimo vino Veronese Rosso, come al tempo veniva definito. Fu proprio l’albergo e la sua posizione strategica a trasformare Pietro in un commerciante di vino: la mescita giornaliera al banco e la vendita diretta al pubblico in damigiane e in bottiglie ne rendevano urgente l’approvvigionamento costante e adeguato in quantità e qualità. Così, nel 1898 nonno Pietro acquistò la sua prima vigna a Negrar, affinché il buon vino non mancasse mai sulla tavola dei suoi affezionati clienti.
Talamonti
La cantina Talamonti affonda le sue radici nella regione Abruzzo, in uno scenario dalla natura autentica ed incontaminata. I vigneti giovano dell’unicità di un terroir e del privilegio di un singolare microclima, coartefici della notorietà internazionale del Comune di Loreto Aprutino, a rinomata vocazione viticola.
Un gran vino discende da una grande uva. Il cuore pulsante dell’intero processo non può che essere la vite. Alla Talamonti l'uomo vi lavora in sinergia, adeguando metodi e tempi alle peculiarità di un terroir, nel rispetto dell’identità del varietale.
La cantina Talamonti estende su 45 ettari la propria produzione di uve. Alle indigene colture del Montepulciano e del Trebbiano d’Abruzzo si è accompagnato, dal 2004, l'allevamento sperimentale di viti di Pecorino. La minuzia delle micro-vinificazioni ha consentito un delicato approccio ai tratti genetici del varietale, con l'obiettivo di valutarne la complementarietà ad un territorio, di comprenderne a fondo habitat e tratti somatici, in una prospettiva di crescita qualitativa.
Tenuta Langasco
Da oltre tre generazioni nella Tenuta Langasco ci si occupa di viticoltura, prima sulle colline di Mango, comune nel cuore della zona del Moscato d’Asti e dopo sulle colline di Alba, a Madonna di Como.
Nel 1979 è stata acquistata la cascina Langasco, un'azienda dalla bellissima esposizione e struttura.
Attualmente la Tenuta Langasco dispone di 25 ettari, di cui 22 di vigneto con una esposizione totale a sud sud-ovest, e produce circa 50.000 bottiglie annue.
La filosofia di questa cantina si basa sulla convinzione che la monocultura e la specializzazione siano le uniche strade percorribili per una moderna viticoltura e la via migliore per ottenere un prodotto di alta qualità con tecnologie d’avanguardia sia tra i filari che in cantina.
Quindi, seguendo le varie fasi di maturazione dell’uva, facendo delle vendemmie verdi nel mese di luglio, controllando la vinificazione con pressature soffici per le uve bianche e fermentazioni a temperatura controllata, viene garantito al consumatore la totale genuinità e buona qualità del prodotto.
Zona vocata per le varietà delle uve Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, i vigneti trovano esposizioni e microclima ideali per un'ottima maturazionne che insieme ai terreni misto calcarei e sabbiosi danno ottime strutture ma anche profumo ai vini.
Tenuta San Guido
La Tenuta San Guido prende il nome da San Guido della Gherardesca vissuto nel XIII secolo. Si trova sulla costa Etrusca tra Livorno e Grosseto, nella Maremma resa celebre dai versi di Giosuè Carducci e si estende per 13 chilometri dal mare fin dietro le colline.
Un luogo ideale che permette di avere 2.500 ettari a disposizione e dove è stato possibile trovare i 75 ettari più vocati per il Sassicaia. Così eccezionali da meritare una D.O.C tutta loro (D.O.C. Bolgheri Sassicaia) che è l’unica in Italia ad essere inclusa interamente in una proprietà.
Tenuta Sant'Antonio
Armando, Tiziano, Paolo e Massimo Castagnedi: quattro fratelli, che gestiscono la Tenuta Sant'Antonio, e una sola passione che nasce nelle vigne paterne di San Zeno di Colognola ai Colli, nella Valpolicella dove si producono i più famosi vini scaligeri: Amarone, Valpolicella, Soave.
Nel 1989 la scelta, coraggiosa e lungimirante, di acquistare una proprietà nei Monti Garbi mette le basi per quella che oggi è una tenuta agricola conosciuta in tutto il mondo e produttrice di grandi eccellenze vinicole, con oltre cento ettari coltivati e un centro per l'affinamento all'avanguardia.
Tenute del Cerro
La cantina Tenute del Cerro rappresenta la concretizzazione di un grande progetto enologico. L’Azienda è stata fondata nel 1978 con le prime acquisizioni di Montecorona ad Umbertide (PG) e Fattoria del Cerro ad Acquaviva di Montepulciano(SI). Si è estesa successivamente acquisendo le Tenute La Poderina a Montalcino (SI), Còlpetrone a Gualdo Cattaneo (PG) e Monterufoli a Monteverdi Marittimo (PI).
La consulenza del famoso enologo Riccardo Cotarella ed il costante impegno del team di enologi e agronomi di Tenute del Cerro garantisce l’assoluta qualità dei propri vini rappresentando così l’espressione di un’autentica emozione italiana. La cantina investe in vitigni autoctoni e nella biodiversità, tutela zone boschive proteggendo la fauna, accoglie in dimore storiche appassionati e visitatori che vogliono vivere e respirare i profumi ed i sapori dei territori.
Tenute Gregu
Arrivare alle Tenute Gregu significa entrare in un ambiente incontaminato tra boschi di querce e lecci, circondati dalla macchia mediterranea, ai piedi del Monte Limbara dove regna l’aquila reale e si arrampica il muflone.
Nelle campagne tra Telti e Calangianus si trovano i 30 ettari di superficie vitata nei quali crescono il Cannonau e, soprattutto, il Vermentino che ci regala un vino splendido e unico.
Il Vermentino di Gallura DOCG è infatti l’unica DOCG sarda e noi produciamo due vini di questo particolare vitigno: Il Selenu e il Rías.
La storia di questa azienda vinicola in Sardegna parte da lontano, da quando, nei primi anni 20 del ‘900 in Barbagia, la famiglia Gregu si dedica, per più di novant’anni, alla coltivazione della vite e alla produzione di vino per il consumo domestico o per essere venduto sfuso in paese e nei dintorni.
Da allora le strade della famiglia e della viticoltura si sono temporaneamente separate ma il legame con la terra e il vino non è mai finito.
Col tempo queste radici hanno acquisito forza e consapevolezza pronte per trasformarsi in un solido legame sul quale far crescere i ceppi più giovani.
Oggi questo legame si fa più intenso e vitale grazie all’iniziativa dei nuovi rami della famiglia, i rami più giovani e intraprendenti che, stabilitisi in Gallura, hanno ripreso le origini di famiglia, gli insegnamenti degli antenati e la tradizione vinicola sarda, unendole ad una visione nuova, in un progetto vitivinicolo. Nascono così le Tenute Gregu, un’azienda vinicola in Sardegna che vuole essere espressione di tradizione e innovazione, di qualità ed eccellenza nella produzione dei vitigni tipici della Gallura e della Sardegna.
Tormaresca
Tormaresca possiede due tenute situate in due aree molto vocate per la produzione di vini di qualità: la prima, la Tenuta Bocca di Lupo, nella zona della DOC Castel del Monte e la seconda, la Masseria Maime, nell'alto Salento.
I vigneti della Tenuta Bocca di Lupo crescono a circa 300 metri s.l.m. in piena Murgia, un'area caratterizzata da condizioni climatiche e ambientali che hanno costretto l’uomo a lavorare da sempre con grande devozione: i rigidi inverni, l'importante escursione termica, le “gravine” e la foschia che spesso avvolge i vigneti, la vicinanza dell’antico vulcano Vulture sono solo alcune delle caratteristiche di questo suolo che premia il duro e paziente lavoro della terra con frutti preziosi.
La Masseria Maime si estende per una superficie di circa 500 ettari di cui 350 piantati a vite e 85 ad uliveto, si sviluppa lungo la costa adriatica, creando così un paesaggio unico di vigneti che nascono tra boschi e pinete e si perdono a vista d’occhio fino a confondersi con il mare.
Torre Varano
Immersa in un paesaggio collinare disegnato da vigneti e uliveti, nasce nel 2003 l’Azienda Agricola Torre Varano nel segno di una consolidata tradizione secolare contadina. Un territorio dalle straordinarie attitudini vitivinicole. Cinque le varietà di uve coltivate Aglianico, Falanghina, Greco, Fiano e Coda di Volpe di antichissime origini che si sono diffuse da tempo nel Taburno, dove oggi esprimono al meglio le loro potenzialità e che hanno trovato clima e suoli congeniali.
L’Azienda si estende su una superficie di 14 ettari, tra i comuni di Torrecuso e Ponte, di cui 12 occupati a vigneti esposti a Sud/Est ad un’altitudine di 350 mt s.l.m., tutti ricadenti nell’area della DOCG Taburno e DOP Sannio. Qui la naturalità del processo produttivo, più che un vincolo da rispettare, è il mezzo che consente di esaltare la riconoscibilità dei vini con la consapevolezza che la qualità del vino nasce in vigna, ai vigneti vengono rivolte cure e attenzioni scrupolose seguendo il metodo di lotta integrata, finalizzata alla ricerca delle migliori soluzioni nel pieno rispetto degli equilibri ambientali.
Torrevento
La storia di Torrevento inizia nel Nord della Puglia, da vigneti situati ai piedi di Castel del Monte. Qui, in contrada Torre del Vento, nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, la cantina Torrevento produce i suoi vini seguendo i dettami dell'agricoltura sostenibile. Oggi, come in passato, la produzione vinicola a carattere rurale è ancora la forza della azienda, votata al recupero e alla valorizzazione di vitigni autoctoni adatti ad esprimere al meglio la vocazione vitivinicola del territorio pugliese.
In perfetto connubio tra innovazione e tradizione, Torrevento persegue un piano di sviluppo da sempre fondato sulla ricerca e sulla qualità, per la produzione di una gamma di vini pienamente rappresentativi delle aree di Castel del Monte, Salento e Primitivo.
I vini Torrevento sono ottenuti dai vitigni autoctoni pugliesi come Nero di Troia, Bombino Bianco e Nero, Aglianico, Moscato, Primitivo e Negroamaro, e si propongono come moderni interpreti di antiche tradizioni pugliesi, frutto di una combinazione di fattori tra cui microclima favorevole, natura del territorio, selezione varietale, tecnologia di cantina e controllo qualità.
Amore e tutela del territorio, sostenibilità ambientale certificata e valorizzazione dei tipici vitigni autoctoni, sono i valori che improntano il lavoro passionale ed etico dell’uomo per dar vita a un prodotto di eccellenza: il vino di Puglia.
Travaglini
La Storia della Cantina Travaglini nasce negli anni ‘20 del 1900, quando Clemente Travaglini inizia a vinificare l’uva dei suoi piccoli vigneti di proprietà.
Adesso siamo alla quarta generazione formata da Cinzia Travaglini e Massimo Collauto, che dal 2004 si aggrappano saldi alle basi solide costruite dalle precedenti generazioni e s'impegnano in ricerche ed innovazioni. Continuano gli investimenti e gli ampliamenti iniziati da Giancarlo, loro predecessore, in parallelo sia in vigna che in cantina.
Dal 2019, anche la quinta generazione entra in Azienda. Oggi Cinzia, Massimo, Alessia e Carolina guidano l’Azienda portando Travaglini nel mondo.
Oltre alla rinomata qualità dei vini Travaglini, un ulteriore segno distintivo è dato dalla forma della bottiglia. Un vino eccezionale merita una bottiglia eccezionale. Con questo spirito, Giancarlo Travaglini creò una bottiglia simile ad un'opera d'arte. Era il 1958 e, di lì a poco, il prodotto diventò la sintesi fra qualità enologiche superiori e il design ornamentale per la tavola. La bottiglia cattura naturalmente il sedimento durante la colata, permette di servire il vino direttamente al bicchiere senza decantare, è ideale per l'invecchiamento in cantina. Il vetro scuro filtra la luce e conserva la qualità del vino negli anni.
Velenosi
Dalla ricerca del perfetto equilibrio tra gusto e colore che, nel 1984 ad Ascoli Piceno, nasce la Cantina Velenosi. Gli imprenditori Ercole ed Angela Velenosi hanno coniugato la tradizione artigianale alle tecnologie avanzate, reinterpretando con creatività i processi di vinificazione e dando così vita a un’azienda che ha continuato ad ampliarsi, con l’ingresso di Paolo Garbini nel 2005, e che oggi porta nel mondo intero i profumi e i colori del territorio piceno attraverso vini dal carattere inimitabile.
Oggi, la cantina Velenosi possiede 192 ettari vitati e produce una media annua di ben 2.500.000 bottiglie.
Villa Matilde
I vini Villa Matilde nascono da un'incessante attività di studio e ricerca per l’individuazione dei vitigni che diedero vita ai vini più antichi di questa terra: l’Aglianico e il Piedirosso da cui nasce il Falerno rosso, l’uva Falanghina che dà vita al Falerno bianco. Il richiamo al passato è comunque sempre arricchito da rivisitazioni e modernizzazioni attraverso l’utilizzo di strumenti di ultima generazione. L’innovazione qui non si limita alla tecnologia, è frutto di un pensiero creativo che fa del territorio e degli uomini la propria forza. Nuove vigne e nuovi progetti raccontano, attraverso una gamma di vini in costante crescita, l’identità forte della Campania Felix, dall’Ager Falernus, un'area della provincia di Caserta, sino alle province di Benevento e Avellino. Nel 2000 Villa Matilde ha infatti inaugurato Tenuta Rocca dei Leoni, nel cuore del Sannio beneventano; e, nel 2004, Tenuta d’Altavilla, nel distretto delle Docg irpine, in provincia di Avellino, avviando la produzione di nuovi vini. Villa Matilde punta sulla classe, non produce vini seriali, ma vini d’elite apprezzati da chi di vino se ne intende per cultura o per passione.
Vite Colte
Vite Colte è l’arte di coltivare la vite. Una conoscenza che nasce dal dialogo tra mondi e generazioni diverse: da una parte i saperi contadini, l’esperienza, la tradizione, la passione tipicamente piemontese per il lavoro accurato; dall’altra la ricerca e la conoscenza scientifica.
Al progetto Vite Colte partecipano centottanta viticoltori che coltivano trecento ettari, una parte dei quali in conversione a biologico, gli altri in gestione integrata.
Si vendemmia alla data stabilita e si vinifica secondo rigorosi protocolli, dedicando al vino tutte le attenzioni che la ricerca dell’eccellenza richiede.
C’è tutto quel che serve per ottenere ottimi vini: un vasto patrimonio di vigneti, che vuol dire poter scegliere il meglio; viticoltori motivati ed esperti; impianti enologici moderni, la tecnologia necessaria a preservare e valorizzare la qualità dell’uva; una squadra tecnica di primordine coordinata da Daniele Eberle in vigneto e da Bruno Cordero in cantina.